sabato 15 novembre 2014

Dentosofia 2

  La Medicina, da sempre, è stata considerata un'arte. E tale è. Non è scienza, anche se si avvale delle scoperte scientifiche per definire le proprie deduzioni e, soprattutto, non è una scienza esatta perché si occupa di organismi viventi (l'uomo) che sono in continuo cambiamento e modificazione nell'arco del tempo. 

  Volendo essere considerata Scienza (voluto soprattutto da chi si crede scienziato - e le Università fanno ritenere che questa dicitura sia appropriata) cerca di applicare il metodo scientifico a ciò che è il suo campo di applicazione: cercare delle soluzioni alle patologie che ci affliggono per evitare di ammalarci. Ma il più delle volte si preoccupa di farlo quando già la malattia è presente. 


  Prendiamo una semplice epidemia invernale di influenza: se, in una classe di 30 bambini, se ne ammalano 25, la Scienza medica cerca di trovare una cura affinché la volta successiva quei bambini possano resistere all'attacco dei virus. Ma quei 5 bambini che non si sono ammalati? In fondo hanno respirato lo stesso virus degli altri... sono stati a contatto coi loro compagni. Come mai non hanno contratto l'influenza? La Medicina se ne disinteressa. Se si chiede a qualunque medico di spiegare la ragione di tale fatto ci si inventa una qualsiasi risposta "di comodo" tipo: avevano il sistema immunitario più forte, erano meno stressati, sono stati fortunati, ecc. 


  In odontoiatria abbiamo situazioni simili riguardo alle statistiche delle terapie effettuate. Prendiamo l'ortodonzia: un qualsiasi trattamento ortodontico convenzionale, fisso o mobile che sia, ha l'80% di probabilità che abbia una recidiva. La recidiva è quella situazione in cui i denti che hanno raggiunto il risultato voluto tornano indietro allo stato pre-trattamento nel giro di poco tempo (da pochi mesi a pochi anni); per cui, nella maggioranza dei casi, si provvede a fornire i pazienti di una contenzione "a vita" che anch'essa può essere fissa o mobile. Fissa se si utilizzano degli splintaggi, cioè materiali che bloccano i denti nella posizione raggiunta, mobile con l'utilizzo di bite notturni o da portare 24 ore su 24. 


  Parecchi anni fa due ricercatori e professori francesi hanno fatto l'opposto di quello che la Medicina usualmente fa. Nel caso delle recidive, gli ortodontisti si mettono a studiare nuove possibilità terapeutiche per poter abbassare o annullare quella percentuale (80%) così alta; Soulet e Besombes, invece, hanno cominciato a studiare quel 20% di casi che, all'opposto, non hanno più bisogno di alcuna terapia perché i denti si sono stabilizzati in una posizione tale da rimanere stabile quasi per sempre. Il "quasi" l'ho utilizzato perché, essendo noi esseri viventi e modificabili, una percentuale del 100% è praticamente impossibile da raggiungere. E hanno scoperto una cosa interessante: che coloro che facevano parte di quel 20%, "a fortuna" avevano raggiunto una posizione cosiddetta stabile perché l'arcata non era ovale ma quadrangolare. Hanno così iniziato a ragionare su questo fatto e sono giunti alla conclusione che se tutti coloro che fanno ortodonzia raggiungessero quella forma con angoli acuti che connettono i canini coi denti posteriori, sarebbero rimasti coi denti dritti per sempre. 


  La prova l'hanno avuta ideando un piccolo bite in caucciù, dove i denti possono essere liberi di posizionarsi al suo interno senza però la possibilità di sventagliarsi verso l'esterno o l'interno (praticamente molto simile ai paradenti dei boxeurs). Hanno applicato questi bite ai loro piccoli pazienti che, d'estate, per passare le vacanze in pace, volevano togliere i brackets ed il filo metallico dei loro apparecchi fissi. Al rientro dalle vacanze, con sorpresa, i due studiosi poterono constatare che i loro piccoli pazienti non solo non avevano segni di recidiva, ma molti erano addirittura migliorati. 


  Costruirono così dei bite in caucciù che avevano la caratteristica di portare le arcate dentarie al raggiungimento di una forma di tipo "quadrangolare". Se esaminiamo gli edifici che in architettura sono più solidi, hanno tutti una forma di tipo cubico, con base, quindi, quadrangolare. Le piramidi egiziane sono quadrate; la Tour Eiffel ha base quadrata; San Pietro a Roma ha una struttura di tipo quadrangolare; i fari hanno la base quadrangolare.

      
   

 
La base circolare è più instabile, basti vedere la Torre di Pisa!

  Negli anni, poi, si sono aggiunti altri materiali per produrre l'apparecchio orto-gnatologico che, tecnicamente, si chiama
attivatore a doccia di Soulet e Besombes. Per cui oggi, oltre al caucciù possiamo disporre anche di apparecchi in elastomero ed in staminalene. Sono tutti gommosi ed elastici, indeformabili con la proprietà di distribuire una forza uniforme sui denti che si spostano in maniera dolce fino al raggiungimento della loro dimensione: ciò significa che, appena messo, l'apparecchio avrà una dimensione di partenza leggermente più grande dell'arcata dentale che deve contenere perché i denti devono poter raggiungere la dimensione dell'apparecchio stesso. 

  Il protocollo prevede di sostituire l'apparecchio precedente col successivo ogni 6-8 mesi perché quello è il tempo con il quale, fisiologicamente, si riesce ad ottenere uno spostamento dentale che risulti in qualche modo stabile... anche se la stabilità vera e propria sarà raggiunta dopo aver portato l'ultimo apparecchio della serie. 


  A che età si può iniziare il trattamento? Dai 3 anni in su! Dopo i 3 anni, chiunque può decidere di mettersi "i denti a posto"! 



lunedì 20 ottobre 2014

L'implantologia conservando ed aumentando l'osso a disposizione anche quando manca? Si può!

Esiste una tecnica implantologica innovativa che consente di mantenere l'osso a disposizione per inserire impianti anche in zone dove normalmente le usuali tecniche non possono nulla.

In genere, tutte le tecniche implantari utilizzate nel mondo prevedono la foratura dell'osso con frese cilindriche che portano via cellule ossee con, a volte, surriscaldamento dei tessuti viventi, il che non è affatto fisiologico. Se la quantità di tessuto osseo è troppo piccola, per poter riabilitare una bocca con impianti in titanio, si deve spesso inserire osso autologo (prelevato da varie parti del proprio corpo, come cranio, spina iliaca, mento, ecc.) o eterologo (bovino, suino, artificiale come idrossiapatite, ecc.) con notevoli costi per chi si deve sottoporre all'intervento (pochi grammi di questi materiali costano centinaia di euro). 


La tecnica usata presso il mio studio (Via Cerreto di Spoleto, 10 - 00181 - Roma) prevede invece l'uso di scalpelli che non alterano o diminuiscono la quantità di osso disponibile, ma, anzi, permettono un notevole incremento volumetrico senza utilizzare alcun materiale estraneo nella zona dell'intervento. 


Questo permette di poter protesizzare anche zone che altrimenti non avrebbero potuto sostenere alcun impianto. Per esempio, dopo estrazioni dentarie effettuate da molti anni, il tessuto osseo tende a diminuire impedendo quindi di usare impianti di lunghezza adeguata a sopportare la masticazione: in questi casi o si aumenta la quantità di osso con le tecniche accennate sopra, oppure bisogna ricorrere a protesi alternative come ponti (fissi) o parziali (rimovibili). E spesso queste sono situazioni di compromesso perché effettuate su persone di giovane età che avrebbero bisogno di una dentatura stabile e fissa. 


Tutto ciò si può ottenere - anche se nessuno è capace di fare miracoli - con un sistema di scalpelli che aprono fessure nell'osso da protesizzare dentro le quali l'impianto  risulta enormemente stabile e spesso si possono utilizzare impianti di notevole lunghezza (anche 16 o 18 mm) che risultano estremamente forti. 


Il principio è basato sulle leggi di Archimede il quale ha dimostrato che in un cerchio può essere iscritto un quadrato: gli scalpelli utilizzati creano una cavità a forma di parallelepipedo a base quadrata, dentro cui penetra l'impianto cilindrico con una cosiddetta stabilità primaria eccezionale. 


Ulteriori vantaggi sono dati dal fatto che gli scalpelli possono bypassare le zone "pericolose" del seno mascellare per i denti superiori o il canale mandibolare dove passa il nervo mandibolare per gli inferiori. 


Non appena avrò modo di far vedere foto o video di tutto ciò provvederò a pubblicarlo perché tutti dovrebbero poter accedere a questo vantaggioso tipo di implantologia. 

lunedì 4 agosto 2014

La Dentosofia: tutti dovrebbero poterne usufruire. Capitolo 1

La Dentosofia è una branca dell'odontoiatria nata in Francia 61 anni fa dall'intuizione di due dentisti francesi, Renè Soulet e André Besombes, che, seguendo le idee di un altro dentista spagnolo, Pedro Planas (tutti professori universitari) misero a punto un apparecchio ortodontico mobile per la Riabilitazione Neuro-Muscolare. 

L'apparecchio si chiama Attivatore a Doccia di Soulet e Besombes e permette di ottenere il riequilibrio posturale, muscolare, occlusale e psichico nei pazienti che effettuano il trattamento. 


Da anni mi occupo di gnatologia ed ortodonzia, ma da sempre mi sono soffermato sul fatto che la maggior parte dei trattamenti usuali sono sintomatici e soprattutto che l'ortodonzia fissa tende ad avere un'elevatissima percentuale di recidive che costringe i pazienti ad utilizzare sistemi di contenzione, spesso a vita, che provocano disturbi tali che alla fine la pulizia dentaria e l'incidenza di carie diventano intollerabili. Non c'era nulla che soddisfacesse la mia voglia di trovare una terapia causale delle sofferenze articolari dei miei pazienti, dovute a malocclusioni che hanno come conseguenza il bruxismo e la compromissione della funzionalità temporo-mandibolare con, a cascata, tutte le riperussioni a livello della cervicale, della colonna vertebrale e della postura. Ma non finisce qua: la conseguenza della malposizione dei denti porta a vertigini, a difficoltà respiratorie e a volte anche digestive. 


  Il cuore è un generatore di ritmo che serve a far circolare ritmicamente il sangue nel sistema vascolare del nostro corpo; ma la circolazione vera e propria avviene tramite il sistema-pompa dovuto al muscolo diaframma (che separa il torace dall'addome) e da un altro sistema di cui parlerò fra un po'. Il diaframma, che si abbassa nella inspirazione e si innalza nella espirazione, permette il riempimento e lo svuotamento dei polmoni, in associazione ai muscoli toracici che permettono l'ampliamento e la riduzione volumetrica del torace. Questo movimento permette di ottenere una differenza di pressione tale per cui il sangue, dalla periferia, torna verso il centro (il cuore) e viceversa.


  C'è un altro sistema, quasi sconosciuto ai più, che è determinato dal movimento delle cosiddette "ossa fisse" che sono quelle del cranio e del coccige.




   Tale sistema NON è fisso, ma, durante i movimenti della respirazione, a livello delle suture delle ossa craniche ha un micro movimento di apertura e chiusura che favorisce il pompaggio del sistema vascolare sottostante la scatola cranica con il conseguente svuotamento del sistema vascolo-linfatico che porta via le tossine dal cervello e midollo spinale, favorendone l'ossigenazione. Questo è il secondo sistema-pompa che abbiamo a disposizione per la circolazione vascolare. 

  Da anni avevo in mente che un apparecchio ortodontico fisso, per quanto elastico, fosse estremamente stressante per questo sistema a livello dell'osso mascellare, perchè ha una forza di trazione verso l'esterno, bloccando quella verso l'interno che invece è fisiologica nella respirazione. Lo studio della Dentosofia mi ha aperto la mente: l'apparecchio di Soulet e Besombes, essendo morbido (gommoso) ed elastico, favorisce, a livello dell'apparato stomatognatico, questo movimento fisiologico. Anzi... lo accentua perchè durante la veglia l'apparecchio va utilizzato facendo degli esercizi di contrazione e decontrazione isometriche in concomitanza con gli atti respiratori, che favoriscono questa funzione di pompa e i denti vengono spostati assieme all'osso che li contiene. Siccome il corpo umano non è fatto a compartimenti stagni, ma ogni muscolo è connesso agli altri, con l'esercizio respiratorio associato alle contrazioni mandibolari si determina il rilassamento non solo della bocca, ma del corpo intero.


  Cosa avviene se i muscoli sono rilassati e i denti battono su una struttura morbida che li protegge dal bruxismo? Nel movimento di ampliamento dell'arcata la lingua tende a spostarsi in avanti, perché ha più spazio dentro la bocca, per cui si amplia il volume delle vie aeree retrostanti alla cavità orale, con conseguente miglioramento della respirazione nasale (i bambini potranno il più delle volte evitare l'asportazione delle adenoidi e gli adulti vedere ridotte le apnee notturne o il russamento); ma i muscoli del viso, se si rilassano, hanno come conseguenza un rilassamento a cascata del corpo intero, per cui, dormendo con l'apparecchio, si ha un sonno più riposante ed un risveglio senza contratture. I muscoli del collo, quelli del torace e gli addominali permettono di ottenere più spazio per gli organi che delimitano: polmoni, cuore, esofago, stomaco, intestino, reni, fegato e milza con miglioramento della respirazione, circolazione, digestione, filtraggio renale, ecc.  


  Inoltre l'Attivatore a Doccia fa parte delle terapie che agiscono sulla causa delle problematiche che si presentano nello studio dentistico per cui i sintomi vengono alleviati agendo su ciò che li provoca. Ciò significa che alla fine della terpia la possibilità che si ritorni a soffrire dello stesso problema è minima. 


  Vi sembra poco?



martedì 29 luglio 2014

Il mio primo post

Eccomi qua!! Il mio primo post di prova: voglio vedere l'estetica e quanto possa essere piacevole condividere la propria energia vitale con le parole di Gandhi:


Trasforma positivamente le tue Credenze 
perchè...

Le tue CREDENZE diventano i tuoi PENSIERI

I tuoi PENSIERI diventano le tue PAROLE

Le tue PAROLE diventano le tue AZIONI

Le tue AZIONI diventano le tue ABITUDINI

Le tue ABITUDINI diventano i tuoi VALORI

I tuoi VALORI diventano il tuo DESTINO

Scoprire come cambiare credenze depotenzianti in credenze che ci aiutano a raggiungere obiettivi e a mettere in pratica i sogni è meraviglioso!!
E si può!!!
Con le tecniche di psicoterapia e/o di psicologia energetica si può prendere consapevolezza di ciò che ci fa cadere sempre negli stessi errori e cambiare tutto ciò. Le tecniche di cui sono esperto sono due: la psicoterapia cognitivista e PSYCH-K (psicologia eenergetica). Entrambe ottime per raggiungere gli obiettivi prefissati e modificare la percezione di sè e le reazioni che abbiamo sugli avvenimenti che ci facevano soffrire.